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Coronavirus, l’Onu chiede di vietare i mercati degli animali

Il capo della Convenzione sulla biodiversità dell’Onu ha chiesto un divieto globale sui mercati della fauna selvatica – come quello di Wuhan, in Cina, che si ritiene sia stato il punto di partenza dell’epidemia di coronavirus – per prevenire future pandemie. Elizabeth Maruma Mrema, segretario esecutivo ad interim della United Nations Convention on Biological Diversity ha detto che i paesi dovrebbero agire per evitare future pandemie mettendo al bando i mercati che vendono animali selvatici vivi e morti per il consumo umano. In questo senso, pochi giorni fa l’associazione animalista Animal Equality ha lanciato una campagna globale per la soppressione dei “wet market” che ha raccolto oltre 200mila firme.

Mrema si è detta anche ottimista sul fatto che il pianeta prenderà più seriamente le conseguenze della distruzione del mondo naturale sulla scia dell’epidemia di Covid-19 quando i paesi torneranno a negoziare il quadro post-2020 per la biodiversità. “Preservare ecosistemi e biodiversità ci aiuterà a ridurre la prevalenza di alcune di queste malattie – ha spiegato -. Il modo in cui coltiviamo e utilizziamo il suolo, in cui proteggiamo gli ecosistemi costieri e in cui trattiamo le nostre foreste rovineranno il futuro o ci aiuteranno a vivere più a lungo”. La Cina ha già fermato il commercio e il consumo di animali selvatici sul proprio territorio dopo l’esplosione della pandemia.

✅ AGGIORNAMENTO: ANCHE IL WWF CHIEDE LA CHIUSURA DEI WET MARKET

Nella giornata mondiale della salute, mentre il mondo è alle prese con “la peggiore emergenza sanitaria del recente passato, oltre il 90% degli intervistati nel sud-est asiatico e ad Hong Kong è favorevole ad una chiusura da parte dei governi dei mercati illegali o non regolamentati di fauna selvatica”. Lo afferma il Wwf secondo quanto emerge da una nuova ricerca dell’associazione ambientalista.

✅ https://youtu.be/WxtZj1_zW20

Fonte: Il Sole 24 Ore – Foto: Il Sole 24 Ore