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Cani e gatti durante il Coronavirus aiutano, sostengono e salvano dalla solitudine

Sono gli unici corpi caldi e vivi da abbracciare in questi giorni senza rischi: storie di come i “pelosi” ci stanno tenendo alla larga dallo spleen.

Ci stiamo riscoprendo animali gregari. Viviamo in branchi, a volte rissosi, ma da soli non ce la possiamo proprio fare: il contatto con altri corpi è necessario per il benessere mentale. E poiché agli altri umani non possiamo avvicinarci, i protagonisti della nostra vita da reclusi stanno diventando tutti quegli esseri viventi che non ci possono contagiare: il cane, il gatto, il coniglio, whatever.
Sono morbidi e caldi, sono dei therapist naturali, alzano persino le difese immunitarie, sono diventati come i cuscini dei nostri divani. Per chi si chiede posso portare a passeggio il cane? la risposta è sì, i cani, per molti sono diventati la scusa per uscire a fare due passi perché ai bisognini non si comanda (produzione di meme con tariffe per affittare il cane: livello pro). I pensionati sopra i 65, quelli nell’età a rischio, hanno un po’ di paura a scendere in strada nelle città e per questo la ricerca di dog sitter disposti a far fare una sgambata ai cani altrui è aumentata. Peccato che si sia ridotta l’offerta. Tutte le piattaforme di smistamento di richieste online che abbiamo contattato non rispondono alle email e al telefono. Forse perché chiuse in quanto servizi “non di prima necessità”? O forse perché i dog sitter scarseggiano, poco entusiasti di entrare nella case altrui? Molti anziani possono solo contare sulle iniziative di privati nate spontaneamente, volontari che interrompono la segregazione e, armati di mascherina e guanti, portano giù il cane del vicino gratuitamente. Di questo brutto periodo, ciò che ricorderemo con piacere sarà la scoperta dell’altruismo che tenevamo nascosto.
Fonte: Marie Claire